A maggio 2020 l’Istat stima un aumento congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, decisamente elevato per le esportazioni (+35,0%), più contenuto per le importazioni (+5,6%).

Il netto incremento su base mensile dell’export è dovuto ai forti aumenti delle vendite sia verso i mercati extra Ue (+36,5%) sia verso l’area Ue (+33,7%). Nel trimestre marzo-maggio 2020, malgrado la crescita a maggio, la dinamica congiunturale è condizionata dai forti cali dei mesi precedenti ed è ampiamente negativa sia per l’export (-29,0%) sia per l’import (-27,7%).

A maggio 2020 l’export segna una flessione su base annua marcata (-30,4%), ma in evidente attenuazione rispetto ad aprile (-41,5%), che coinvolge sia l’area extra Ue (-31,5%) sia quella Ue (-29,4%). Rispetto alle esportazioni, la contrazione delle importazioni (-35,2%) è più ampia e sintesi dei cali degli acquisti da entrambi i mercati (-38,2% dai paesi extra Ue, -32,9% dall’area Ue).

Tutti i principali settori di attività economica contribuiscono alla flessione tendenziale dell’export. I contributi maggiori derivano da macchinari e apparecchi n.c.a (-29,9%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-24,4%), articoli sportivi, giochi, preziosi, strumenti musicali e medici e altri prodotti n.c.a. (-57,8%), altri mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-38,9%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-45,7%), articoli di abbigliamento, anche in pelle e in pelliccia (-49,0%) e autoveicoli (-46,2%).

Su base annua, i paesi che contribuiscono maggiormente alla caduta dell’export sono Francia (-33,8%), Germania (-23,0%), Stati Uniti (-26,8%), Spagna (-39,6%) e Regno Unito (-35,5%).

Nei primi cinque mesi del 2020 la flessione tendenziale dell’export (-16,0%) è dovuta in particolare al calo delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. (-22,4%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-14,9%), autoveicoli (-34,5%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-30,4%).

A maggio 2020 si stima che il saldo commerciale aumenti di 199 milioni di euro (da +5.385 milioni a maggio 2019 a +5.584 milioni a maggio 2020). Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +6.603 milioni di euro (era +8.777 milioni a maggio 2019). Nel mese di maggio 2020 si stima che i prezzi all’importazione diminuiscano dello 0,1% su aprile 2020 e dell’8,6% su base annua.

A maggio 2020 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni, dopo i fortissimi cali di marzo e aprile, mostri un deciso recupero, con un incremento del 168,0% rispetto al mese precedente.

Nella media del trimestre marzo – maggio 2020, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni, pesantemente condizionato dalla drastica diminuzione di marzo e aprile, registra comunque una flessione del 41,9% rispetto al trimestre precedente.

Su base annua l’indice corretto per gli effetti di calendario della produzione nelle costruzioni (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 22 di maggio 2019) cala del 16,8%, mentre l’indice grezzo mostra una riduzione del 22,3%.

Nella media dei primi cinque mesi dell’anno, sia l’indice corretto per gli effetti di calendario sia l’indice grezzo diminuiscono, rispettivamente, del 23,6% e del 24,2%. Nel quadro dell’emergenza sanitaria in corso, la raccolta delle informazioni che consentono di calcolare l’indice di produzione nelle costruzioni ha avuto nell’insieme un esito positivo. In particolare, la rilevazione sulle casse edili nel complesso si è svolta con gli esiti consueti in termini di tasso di risposta. Le azioni messe in atto per fare fronte alle, seppur lievi, residue perturbazioni nella fase di raccolta dei dati hanno consentito di elaborare e diffondere gli indici relativi al mese di maggio 2020.