“Il mancato ingresso dei lavoratori stranieri previsti dalle già striminzite quote del Decreto Flussi sta costando al Sistema Italia almeno 4 mld € annui, tra imposte e contributi pensionistici non incassati e nuove economie bloccate. Senza parlare dei danni causati alle nostre micro e piccole imprese che non trovano più personale e che rischiano di perdere occasioni di lavoro se non di chiudere. Non c’è più tempo: questo modello va cambiato”.

Marco Accornero, Segretario Generale di Unione Artigiani Milano e Monza Brianza, commenta così i risultati del monitoraggio del network delle associazioni “Ero Straniero” sul Decreto Flussi secondo il quale solo il 7,8% delle quote di ingressi stabilite dal governo si è trasformato in permessi di soggiorno e impieghi stabili. Nel 2023 era stato il 13%.

Ben 8 lavoratori stranieri su 10 richiesti attraverso i Decreti Flussi e che hanno ricevuto il nulla osta – come le aziende che li hanno richiesti – da oltre un anno sono “come color che sono sospesi”, in attesa di una risposta o di un appuntamento dalle ambasciate d’Italia o dalle Questure italiane per la chiusura delle procedure.


ACCORNERO: “BASTA COL CLICK DAY, FLUSSI APERTI TUTTO L’ANNO”

“Comprendiamo l’esigenza dei controlli rigorosi e di repressione degli abusi ma ogni giorno di ritardo e incertezza nell’attuazione delle procedure del Decreto Flussi rappresenta un danno per la grande maggioranza delle ditte sane, scombussolando ogni programmazione – afferma Accornero – Le nostre imprese del manifatturiero, come quelle del turismo, della ristorazione e dell’agricoltura che non trovano lavoratori rischiano di rinunciare a tante opportunità o dire addio all’attività. Le scadenze e i termini indicati dal Decreto Flussi sono in gran parte sulla carta, con scarsissima trasparenza. Questo enza parlare della lotteria del click-day con il quale si prenotano le domande: si gioca con la vita delle persone e delle stesse imprese che investono tempi e risorse. A cui vanno aggiunti i danni all’ Inps, erario, al Pil nazionale. Le imprese devono essere libere di poter effettuare le richieste in ogni momento e aiutate al momento della formazione e della selezione”.

“Le micro e piccole imprese dell’artigianato hanno tutto pronto – ha concluso il Segretario Acconero – come i contratti di lavoro, gli appartamenti affittati e certificati, in molte hanno predisposto anche percorsi di formazione e inserimento lavorativo e sociale nel quale coinvolgeranno anche i familiari dei titolari”

UNIONE ARTIGIANI: “UNA PRATICA SU DUE DA NOI SEGUITA ANCORA INCAGLIATA DA OLTRE UN ANNO. NON RIUSCIAMO A FORNIRE NOTIZIE CERTE ALLE IMPRESE”

Quasi il 50% delle pratiche direttamente seguite da Unione Artigiani Milano e Monza Brianza sono praticamente ferme. Impossibile dare informazioni certe alle imprese che ci chiedono notizie dei lavoratori richiesti.
Per altri imprenditori invece le procedure sono state fulminee.

Alla Conterm di Cesate (MI), un’azienda famigliare romena di serramentisti attiva da 20 anni, si attendono dal Pakistan da 12 mesi notizie sulla sorte di Bilal, fratello dell’unico dipendente, per il quale è stata inoltrata la domanda col Decreto Flussi 2024. “Abbiano fatto di tutto, compreso il coinvolgimento di un avvocato locale – racconta il titolare della ditta, Oniga Aurel Durin – ma questo ragazzo non è riuscito nemmeno ad avere un appuntamento con l’ambasciata. Per noi è un problema: già è impossibile trovare e formare personale. Questo ritardo è un danno: siamo costretti a rinunciare ai lavori che con le nostre attuali forze non siamo in grado di gestire”.

Said, egiziano, è invece riuscito ad arrivare con i permessi in ordine a Milano, pronto a diventare il nuovo apprendista della Villella, micro impresa edile artigiana. “Ma non siamo ancora riusciti ad ottenere l’appuntamento dalla Questura per avviare la chiusura di tutto l’iter – spiega il titolare, Roberto Villella – Per cui abbiamo di fatto una persona pronta a lavorare ma costretta all’inattività, un fantasma, con un lavoro che lo aspetta. A noi costa comunque perché siamo costretti ancora ad esternalizzare l’attività.”

Situazione completamente opposta alla Fashion-Art, modellisti per l’alta moda con sede in Brianza a Lentate sul Seveso (MB guidata dall’imprenditore egiziano Mohamed Soltan, consulente di grandi griffe. Dall’impresa, col supporto di Unione Artigiani, sono partite cinque richieste di esperti modellisti effettuate col Decreto Flussi del dicembre 2024, tutte andate a segno. “Quattro ragazzi sono già arrivati e inizieranno a lavorare nei prossimi giorni – spiega il titolare – per il quinto sto mettendo a posto l’appartamento ma fra poco siamo pronti anche per il suo arrivo”.