Tempo determinato, la proroga obbligatoria dei contratti mette in crisi l’artigianato

L’Unione Artigiani di Milano e di Monza-Brianza lancia l’allarme contratti a termine per le imprese artigiane.

Con la conversione in legge del Decreto Rilancio non solo non sono state ascoltate le richieste di aprire alla facoltà di prorogare tali accordi negoziali fino a fine anno, derogando all’applicazione delle causali, ma è stato approvato un emendamento che proroga ex lege tutti i contratti a tempo determinato, anche in somministrazione e in apprendistato, per una durata pari al periodo di sospensione del rapporto seguito ai provvedimenti legati all’emergenza Covid-19.

“Si tratta – commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani, Marco Accornero – di un grave atto lesivo della libertà d’impresa e passibile di incostituzionalità, ma anche contrario al buonsenso. I contratti a termine sono per loro definizione inquadrati in un periodo temporale preciso in cui l’azienda necessita di forza lavoro per picchi stagionali o anche per una mera sostituzione. Obbligare le ditte artigiane a sobbarcarsi gli oneri di un lavoratore di cui non si ha bisogno in quel momento e per il quale aveva legittimamente programmato un periodo di occupazione diverso metterà in crisi numerose realtà produttive.  A maggior ragione oggi, in una fase di ripresa molto difficile.” 

“Per le micro, piccole e medie realtà artigiane – spiega Accornero -, la cui media occupazionale non supera le tre unità, questa imposizione costituisce un “peso specifico” significativo sulla gestione aziendale perché risulta esponenzialmente più onerosa, calata in un periodo non necessario e per giunta nel pieno di una crisi che da sanitaria sta rapidamente mutando in economica. Un peso che non deve essere messo sulle spalle delle imprese.” 

“Il provvedimento – conclude Accornero – oltre che sotto il profilo tecnico-normativo è profondamente sbagliato sotto l’aspetto concreto. Obbligare le imprese a pagare dipendenti non necessari aggraverà la crisi di molte di esse che non potranno offrire più lavoro quando potrebbe presentarsi l’occasione. Di fatto, così come concepito, questo aspetto del Decreto Rilancio ostacola proprio il rilancio e, date le difficoltà interpretative, potrebbe causare anche numerose controversie legali.”


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