Sono 280 mila gli occupati in meno nel II trimestre 2020.

Si tratta, rispetto al II trimestre del 2019, di un calo del 7,4%. Le perdite piu’ consistenti sono tra i lavoratori dipendenti a termine (-227 mila unita’). Questi ultimi, che nel secondo trimestre del 2019 rappresentavano quasi un terzo dell’occupazione complessiva nei settori considerati (il 27,4%), ora ne costituiscono meno di un quinto (17,1%).

Molto piu’ contenuto e’ il calo sia dei dipendenti permanenti, che scendono del 4% (-28 mila), sia degli indipendenti, anch’essi diminuiti del 4,5% (-25 mila). Il calo occupazionale ha riguardato soprattutto le donne: le occupate dei settori individuati dal decreto ristoro ammontano a circa 684 mila e registrano, rispetto al secondo trimestre 2019, una diminuzione del 18,8% (-158 mila unita’); gli uomini scendono del 13,5%, passando da 903 mila a 781 mila.

Ancora piu’ marcata (-22,1%) e’ la flessione registrata tra i giovani di eta’ compresa tra i 15 e i 34 anni, per i quali il numero di occupati nei settori considerati scende a 537 mila dai 689 mila del secondo trimestre 2019.

Un calo dell’occupazione si osserva anche tra gli ultracinquantenni, ma di intensita’ decisamente piu’ contenuta, pari al 5,8% (-24 mila). Sull’andamento del Pil nel IV trimestre “c’e’ una forte incertezza che si sta diffondendo a causa del riacutizzarsi dell’emergenza sanitaria”.

E’ quanto si legge nella memoria scritta dell’Istat depositata in Parlamento sul decreto Ristori in uno dei passaggi dedicati alla situazione congiunturale nell’area euro.

“Le informazioni disponibili sul quarto trimestre, che sara’ caratterizzato dalla reintroduzione di alcune misure di fermo amministrativo dell’attivita’ produttiva e di riduzione della mobilita’ a livello nazionale e internazionale, sono del tutto parziali e condizionate dalla forte incertezza che si sta diffondendo a causa del riacutizzarsi dell’emergenza sanitaria” si legge nella Relazione.