Dal 1 gennaio, a seguito del recepimento delle norme UE sull’IVA, è stato eliminato il tetto massimo di 400 euro per l’emissione delle fatture semplificate dei forfettari.
La novità è rilevante per commercianti e titolari di ditte, sempre forfettari, ma la fatturazione semplificata non può essere effettuata da professionisti – pur forfettari – che devono esporre necessariamente in fattura le ritenute d’acconto e/o i contributi previdenziali previsti.
Sarà sufficiente indicare nella fattura questi dati:
- a) data di emissione;
- b) numero progressivo che la identifichi in modo univoco;
- c) ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o domicilio del soggetto cedente o prestatore, del rappresentante fiscale nonché ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti non residenti;
- d) numero di partita IVA del soggetto cedente o prestatore;
- e) ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o domicilio del soggetto cessionario o committente, del rappresentante fiscale nonché ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti non residenti; in alternativa, in caso di soggetto stabilito nel territorio dello Stato può essere indicato il solo codice fiscale o il numero di partita IVA, ovvero, in caso di soggetto passivo stabilito in un altro Stato membro dell’Unione europea, il solo numero di identificazione IVA attribuito dallo Stato membro di stabilimento;
- f) descrizione dei beni ceduti e dei servizi resi;
- g) ammontare del corrispettivo complessivo e dell’imposta incorporata, ovvero dei dati che permettono di calcolarla;
- h) per le fatture emesse ai sensi dell’articolo 26, il riferimento alla fattura rettificata e le indicazioni specifiche che vengono modificate.
Per ulteriori informazioni è a disposizione il contabile di riferimento.