Tempo determinato, con le “causali” a rischio posti di lavoro

La ventilata contro-riforma del Jobs Act ipotizzata dal vicepremier Di Maio mette in apprensione le piccole e medie imprese a causa del venir meno di un importante elemento di flessibilità nei rapporti di lavoro.

“Con la reintroduzione delle causali per il rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato si rischia un irrigidimento del mercato del lavoro con conseguente forte contrazione delle assunzioni”.

L’Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza prende posizione circa la ventilata “contro-riforma” anticipata dal ministro dello Sviluppo economico, Lavoro e Politiche sociali, Luigi Di Maio.

“Siamo particolarmente preoccupati da questo annuncio – conferma il segretario generale dell’Unione Artigiani, Marco Accornero -, che andrà a modificare uno degli aspetti positivi del Jobs Act apprezzati dalle imprese, soprattutto di piccole e medie dimensioni. Le nostre aziende sono spaventate dalla limitazione che si vuole di fatto imporre attraverso l’obbligo della “causale” per la stipula dei contratti a termine. Da un lato il provvedimento circoscriverà a ipotesi ridotte l’applicazione della fattispecie contrattuale, dall’altro aprirà la strada a una moltitudine di contenziosi tra ditte e lavoratori, come dimostrano le esperienze precedenti.” 

“Nel concreto – spiega Accornero – l’ennesima modifica in tema di rapporti di lavoro non porterà affatto benefici all’occupazione, ma anzi ingesserà un mercato che già soffre di poca flessibilità, imponendo alle imprese di cercare soluzioni diverse dal contratto a tempo determinato, non certo di optare per assunzioni a tempo indeterminato e di fatto favorendo la precarietà: partite Iva, lavoro interinale, co.co.co.” 

“Nella sola vasta Area matropolitana milanese – conclude Accornero – nel 2017 la tipologia contrattuale di avviamento lavorativo a termine ha trainato il mercato del lavoro con un +17%. Parliamo di ben quasi 7mila nuove assunzioni su un totale di circa 13mila. Il rischio fondato è che l’espansione positiva dell’occupazione, soprattutto giovanile, si arresti bruscamente.”


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