Grazie alla collaborazione tra la Città Metropolitana di Milano e le associazioni di categoria del mondo dell’Artigianato, Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza, Cna Milano, Acai e Uniapam, che insieme rappresentano oltre il 60% delle realtà artigiane del territorio e che hanno recentemente sancito la loro partnership di “rete” con la nascita della Camera di Commercio di Milano, Monza-Brianza e Lodi, è stato possibile realizzare una ricerca approfondita sulle dinamiche occupazionali nell’area metropolitana nell’arco degli ultimi 4 anni (in allegato).
Lo studio è stato presentato a Milano, nella Sala del Consiglio Metropolitano a Palazzo Isimbardi. Ha preso parte all’incontro il consigliere delegato al Lavoro e alle Politiche sociali della Città metropolitana, Elena Buscemi. I dati sono stati presentati dal responsabile dell’Osservatorio Mercato del Lavoro della Città Metropolitana, Livio Lo Verso. Al dibattito che ha seguito la presentazione sono intervenuti Francesco Samorè, segretario generale della Fondazione “Giannino Bassetti”; Marco Accornero, segretario generale Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza; Stefano Binda, responsabile relazioni sindacali Cna Lombardia; Sandro Mauri, presidente Acai Milano e provincia. Interventi moderati dal giornalista economico Paolo Zucca.
Fra il pubblico, il viceprefetto, Emilio Chiodi, e la responsabile del progetto “Alternanza Scuola-Lavoro” dell’Ufficio Scolastico regionale della Lombardia, Maria Grazia Demaria.
Sulla base delle considerazioni statistiche, le parti sociali datoriali e la Città Metropolitana di Milano hanno voluto intraprendere un percorso condiviso che porti a concreti servizi a supporto dell’incontro tra le imprese artigiane ed i giovani nel percorso formativo, toccando anche l’attualissimo tema dell’alternanza scuola-lavoro e del rapporto, appunto, tra il mondo produttivo e quello dell’istruzione.
Executive summary
Boom di lavoratori giovani: sono il 36% degli avviati complessivi
Nell’area di Città Metropolitana operano poco più di 70mila imprese artigiane(70.785). Il 78% delle imprese artigiane non è attivo sul mercato del lavoro poiché è composto da ditte individuali (54.753). Le imprese attive sul mercato del lavoro attraverso almeno un avviamento sono 16.032, pari al 22% del totale. Nel periodo 2014 – 2017 le imprese artigiane hanno effettuato 87.067 assunzioni.
In ognuno dei quattro anni considerati, tra le 10 e le 12mila imprese artigiane hanno effettuato almeno una assunzione, con un picco riscontrato nel 2015. Considerando la variazione tra il primo semestre del 2016 e il primo semestre dell’anno in corso, il numero delle imprese che hanno comunicato assunzioni è rimasto pressoché stabile.
Guardando il flusso delle assunzioni, i nuovi contratti di lavoro stipulati, il mercato del lavoro del mondo artigiano sembra che abbia colto in maniera più massiccia, rispetto al resto dei settori produttivi, l’introduzione del Job Act , avvenuta nel 2015, con lo sgravio contributivo ad esso collegato.
Sebbene il numero complessivo delle assunzioni nei primi sei mesi negli ultimi anni non ha subito variazioni eccezionali, nel 2015 ammontavano a 14mila, sia nel 2016 sia nel 2017 intorno ai 13 mila, si è assistito ad una ricomposizione delle forme contrattuali applicate. Nel primo semestre del 2015 i contratti a tempo indeterminato, anche grazie agli sgravi contributivi, hanno rappresentato il 50% degli avviamenti complessivi per scendere nel 2017 a poco meno del 30%. Nello stesso arco di tempo invece il contratto di apprendistato ha aumentato la propria incidenza salendo dal 5,6% al 7,5% delle assunzioni complessive del primo semestre. Altre due forme contrattuali hanno avuto un andamento analogo. Crescono il lavoro intermittente o a chiamata, che di fatto hanno supplito all’eliminazione dei voucher, ed i tirocini che hanno raddoppiato la propria incidenza passando dal 2% al 4%.
L’articolazione nell’ impiego delle forme contrattuali, a favore di forme contrattuali tipiche dell’inserimento nel mondo del lavoro, sono la spia della ripresa vitalità del comparto artigiano che negli ultimi tre anni, in controtendenza rispetto il mercato del lavoro complessivo, ha inserito in maniera crescente lavoratori giovani.
Si pensi che nel 2015 i giovani avviati, tra i 15 ed i 29 anni, erano il 27%, mentre nel primo semestre del 2017 sono saliti al 36% degli avviati complessivi. In termini assoluti questo significa che si è passati da 2.677 giovani avviati nel primo semestre del 2014 al primo semestre del 2017 quando sono stati avviati 4.434 ragazzi.
Analizzando le forme contrattuali con i quali questi giovani sono stati avviati si segnala la dicotomia tra quanti hanno avuto un avviamento stabile (apprendistato + tempo indeterminato) ovvero sia il 36,5% e i giovani avviati con contratti al termine tipici della disabilità lavorativa tempo determinato (45,1%) e soprattutto il lavoro a chiamata (7,3%).
L’impatto della componente molto elevata del 11,1% di avviamenti di giovani con tirocini, non può essere direttamente valutata, senza conoscere le future trasformazioni di questi rapporti di lavoro in altre forme contrattuali con la stessa ditta artigiana.