Rivedi l’intervento dell’Arcivescovo qui (20 min). 

 

“La chiesa ha da sempre un rapporto di sintonia e simpatia verso l’artigianato. Il popolo immenso degli artigiani ha fatto sempre e ovunque cose meravigliose. Un mondo nel quale è rilevante, direi decisiva, la qualità della relazione tra le persone, spesso membri della stessa famiglia, che condividono gli spazi delle botteghe e impegni ravvicinati. Lavorare insieme e in un cosi stretto rapporto non è facile e gli artigiani e coloro che hanno ruoli di responsabilità sono chiamati non solo ad operare con efficienza ma anche con armonia, dando vita ad un gioco di squadra che passa attraverso le singole persone, valorizzando le capacità di ognuno”, ha esordito l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, incontrando ieri pomeriggio il gruppo dirigente e gli impiegati di Unione Artigiani Milano nella sede di Via Doberdò, accolto dal Presidente Stefano Fugazza e dal Segretario Generale Marco Accornero.

“La qualità delle relazioni nei posti di lavoro – ha aggiunto Delpini – rende migliori le persone. E ciò succede se ci interessiamo per quanto possibile ad ognuna di loro, alle loro singole storie, come accade quando si sta insieme tante ore. Questo è un elemento di valore delle attività artigiane.  Una prossimità che si traduce anche nella trasmissione di competenze, nella formazione”. 

La scelta di fare l’artigiano e anche solo continuare l’attività di famiglia è un aspetto che tocca soprattutto i giovani: “È una sfida difficile da decifrare, spesso i ragazzi sembrano a disagio a lavorare in alcuni contesti anche famigliari, si mettono alla prova ma forse per incostanza o per sentire meno pressione preferiscono trovare qualcosa di diverso, anche lasciando le ditte dei genitori. Nell’artigianato tante volte l’affanno, la fatica si fanno sentire e coinvolgono la famiglia del titolare, capita di perdere il conto delle ore di lavoro, si fa fatica a staccare, le esigenze della persone rischiano di andare in secondo piano”.

E proprio la formazione invece, secondo la riflessione dell’Arcivescovo, può essere una chiave di volta: “Far bene il proprio lavoro aiuta le persone ad avere stima di sé: questo è un elemento determinante per la crescita personale”. Delpini ricorda San Giovanni Bosco e i suoi ragazzi di strada. “Don Bosco voleva fare sapere anche al più ribelle dei suoi ragazzi che era in grado di fare le cose bene. E per bene intendo un prodotto bello, utile, in grado di stare sul mercato e diventare un’eccellenza, il Made in Italy. La forza dell’artigianato del resto è ricordata nel Vangelo: “Gesù di Nazareth – ha concluso Delpini – per i primi trent’anni della sua vita era il figlio del falegname. Per imparare a essere uomo ha fatto l’artigiano”.

 

Unione Artigiani ha voluto ringraziare l’Arcivescovo con una donazione al Fondo diocesano Diamo Lavoro destinata a finanziare un tirocinio occupazionale per persone in difficoltà e con un omaggio realizzato da un nostro artigiano, Vinicio Zacchetti con la riproduzione su argento dello stemma arcivescovile. “Monsignor Delpini ci ha assicurato che con piacere incontrerà i nostri associati e le loro famiglie. Ci mettiamo da subito al lavoro – promettono il Presidente Fugazza e il Segretario Accornero – per organizzare questo evento.”