Agli impiantisti è richiesto di intervenire per “gestire” gli impianti adduzione gas posizionati sulle facciate degli edifici interessanti ai lavori previsti dai Bonus Edilizi.
Queste brevi note sulla gestione alla (quasi) “regola dell’arte” degli impianti adduzione gas negli interventi di posa del cappotto.
L’unica soluzione alla regola dell’arte prevede la rimozione degli impianti adduzione gas in facciata, con contestuale interruzione della fornitura gas alle utenze presenti nelle unità immobiliari (piano di cottura/scaldacqua/caldaia combinata), prima dell’inizio dei lavori di posa del cappotto, ed il successivo riposizionamento, in facciata, nella medesima posizione, a meno che NON sia conveniente la modifica del percorso, previa verifica del dimensionamento degli impianti. Al termine dei lavori è previsto il rilascio delle DIchiarazioni di Conformità di ogni singolo impianto, previa effettuazione della prova di tenuta e poi verifica funzionamento degli apparecchi serviti.
Soluzione teorica poco praticabile, in quanto prevede di lasciare i condomini senza il servizio cottura/ACS/Riscaldamento per diversi giorni.
Ci sono altre soluzioni (ragiovevoli)?
Si procede con un elenco.
A) Appena disponibile il ponteggio, si procede con la rimozione dell’impianto adduzione gas esistente e con la posa del nuovo, opportunamente ancorato, tenuto conto dello spessore dell cappotto che verrà posizionato successivamente.
Soluzione fattibile, con il benestare della Direzione Lavori (e dell’impresa che si occupa della posa del cappotto). Posare il cappotto attorno all’impianto adduzione gas è obiettivamente complicato, in particolare se le linee adduzione gas sono in numero consistente.
Conviene sempre proporre la soluzione alla Direzione Lavori.
È soluzione “alla regola dell’arte”
B) Il cappotto si interrompe nei pressi delle tubazioni gas esistente. Eventualmente si valuta la realizzazione di una posa in canaletta – come da UNI 7129.
Si possono lasciare le medesime tubazioni, oppure, con l’occasione della presenza del ponteggio, si può valutarne la sostituzione.
In questo caso, potrebbe addirittura NON essere richiesto l’intervento dell’Impiantista.
Soluzione che rispetta le regole di sicurezza.
Per quanto riguarda l’Efficienza Energetica NON è una ottima scelta, in quanto si vengono a creare dei ponti termici; quanto importanti dipende da dove sono ubicate le tubazioni rispetto all’involucro ed al loro ingombro. A carico del Progettista dell’intervento le valutazioni.
C) Rimozione impianto adduzione gas esistente; Realizzazione impianto “provvisorio” ancorato al ponteggio in attesa finitura posa del cappotto e poi realizzazione impianto adduzione gas in facciata; quindi si procede con la eliminazione dell’impianto provvisorio e la cancellazione delle prove.
L’impianto provvisorio ancorato al ponteggio NON è propriamente “a norma”, in tale circostanza occorrerà porre qualche attenzione nella scelta dei materiali e della tipologia di posa che dovrà risultare la più ragionevolmente sicura possibile
D) Si lasciano le tubazioni adduzione gas dove sono, l’Impresa edile ci posiziona il cappotto sopra.
Al termine di lavori si procede ad intercettare le tubazioni esistenti ed posizionare nuove tubazioni adduzione gas.
Anche in questo caso, come in A, soluzione da concordare con il Direttore Lavori (e impresa che si occupa della posa del cappotto).
Le tubazioni adduzione gas coperte dal cappotto NON sono installazioni a norma. Quindi, per il tempo sino alla loro intercettazione, si configura, anche in questo caso, una installazione NON alla regola dell’arte.
La soluzione da adottare durante i lavori e poi definitiva, sarebbe bene fosse indicata in dettaglio in Capitolato e poi discussa con la Direzione Lavori.
Ricordiamoci che noi Impiantisti se NON condividiamo un progetto o una indicazione (del DL o Committente) ed effettuiamo comunque il lavoro ne diventiamo responsabili.