Manifatturiero, tengono le imprese lombarde
L’indagine economica realizzata da Unioncamere Lombardia (scaricabile qui) evidenzia nel 1° trimestre 2023 ancora un dato tendenziale positivo per il comparto dell’artigianato (+4,1%). L’articolo continua qui sotto.
La manifattura artigiana mostra ancora uno slancio di dinamicità (+0,6% la produzione rispetto al trimestre precedente) con una crescita del 4,1% su base annua.
Dimensione, tipologia della produzione e caratteristiche dei processi innovativi tra i fattori determinanti per l’ottimizzazione delle performance: le imprese che producono beni di investimento e ad alta tecnologia quelle più premiate.
Tra i settori più produttivi spiccano l’abbigliamento (+7,9% produzione su base annua), pelli-calzature (+5,2%) e quello dei mezzi di trasporti (+6,3%), tutti in via di recupero rispetto al 2022. Resta molto ricco il portafoglio ordini totali con una produzione assicurata in poco meno di 90 giorni. Il clima di fiducia appare in miglioramento con una prevalenza di aspettative positive circa l’andamento del prossimo trimestre.
“I risultati del primo trimestre ci lasciano ben sperare anche per il 2023: il clima di fiducia riscontrato nelle aziende con il conseguente incremento del saldo occupazionale al +1% è un ottimo segnale che potrebbe condurre ad una futura normalizzazione dell’attività industriale” – ha specificato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia.
“I dati sono tendenzialmente positivi e sconfessano un diffuso preventivo pessimismo di fondo che fa solo male all’economia” – ha aggiunto Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico Regione Lombardia – “Si conferma una peculiarità del nostro sistema produttivo ed economico, la grande flessibilità che permette alle imprese di rispondere in maniera proattiva alle esigenze anticipando i tempi; significativo anche il dato sull’occupazione che torna positivo. Numeri che avrebbero potuto essere anche migliori se non fossimo costretti a convivere con l’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce; a questo punto bisogna prendere atto del fallimento della politica monetaria europea e cambiare rapidamente interventi, ne va della sopravvivenza del sistema imprenditoriale e produttivo che contribuisce in larga parte al Pil europeo; un sistema che ha come peculiarità il migliorarsi attraverso gli investimenti con l’accesso al credito”.
Stefano Fugazza Presidente CLAAI Lombardia e di Unione Artigiani ha dichiarato: “I dati confermano, ancora una volta, che le imprese artigiane maggiormente dimensionate e con un numero di 10 e più addetti sono quelle più attrezzate a resistere alle fluttuazione dell’economia, e più in grado di sviluppare piani di export e contrattare migliori condizioni con i fornitori. Resistono bene anche le imprese di dimensione intermedia – tra i 6 e i 9 dipendenti – ma soffrono le realtà più piccole nelle quali il tasso di utilizzo degli impianti cala al 60,5% rispetto alle media artigiana del 76%. Oltre al comparto manifatturiero, al centro della nostra indagine, c’è tutto il resto del mondo dell’artigianato in allarme, a partire dalle imprese impegnate nella filiera della casa e dell’edilizia.
Nonostante sembri oggi scomparso dall’agenda politica, sui bonus edilizi regna ancora forte l’incertezza pur registrando progressivi sblocchi e monetizzazioni dei crediti incagliati fino al 2022. Non si hanno notizie sulla piattaforma annunciata per la compravendita dei crediti e dal sistema del credito non è ancora nota una pianificazione che consenta a imprese e famiglie di operare con fiducia. Chiediamo a Regione Lombardia e al sistema camerale di continuare il monitoraggio sul sistema dei bonus.
Siamo in attesa di verificare sul campo le ricadute sul settore dei provvedimenti previsti dal nuovo Decreto Lavoro.
Navigando tutt’oggi a vista rispetto alle prospettive economiche, diverse nostre imprese prevedono di gestire ancora con le proroghe alcuni rapporti di lavoro a termine in scadenza. La realtà che è non si trova personale, e chi già collabora positivamente va tenuto stretto. Non c’è ricambio generazionale e purtroppo la maggior parte dei ragazzi che giunge dai centri di formazione non ha la preparazione attesa dalle aziende.
Certamente, ci attendiamo risultati dalle agevolazioni previste per l’assunzione fino a fine anno degli under 30, grazie agli incentivi pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. Le nuove norme sul reddito di inclusione e dell’assegno di formazione metteranno a dura prova i nostri Cfp che dovranno prepararsi ad un’ondata di iscrizioni di cittadini di tutte le età. Sarà importante accogliere persone decise a investire tempo ed energia nell’apprendere un mestiere artigiano: nel nostro settore c’è sempre spazio.“