https://unioneartigiani.it/case-ai-lavoratori-come-funziona-il-nuovo-progetto-del-comune-di-milano-per-assegnare-ai-dipendenti-di-aziende-private-appartamenti-di-proprieta-comunale-a-costi-calmierati-con-lintervento-di-enti/

 

Assessore Maran, quali segnali stanno arrivando sul bando dalle imprese e dal mercato?

C’è una necessità impellente di trovare alloggi, in modo particolare per i nuovi assunti, che si trasferiscono a Milano e fanno fatica ad affrontare il mercato immobiliare. Per questo abbiamo promosso il bando “Casa ai Lavoratori” che dà l’opportunità ad aziende pubbliche e private ma anche a cooperative, ordini professionali e piccole imprese di mettersi insieme e partecipare. L’obiettivo è arrivare a offrire una casa in affitto a 500 euro al mese.

Il bando richiede, doverosamente, agli operatori interessati elevati standard di qualità e garanzie. Quali sono i punti sui quali registrate eventuali difficoltà da parte del mercato?

È un progetto che può fare la differenza per tanti lavoratori. Le imprese più piccole possono pensare che serva una lunga trafila burocratica ma non è così. Abbiamo voluto invece aprire il bando a tante realtà cercando di semplificare il più possibile la partecipazione: un modo per permettere a soggetti differenti di aggregarsi e presentare un progetto.

 

Che cosa può fare una piccola attività interessata a partecipare al bando per i propri dipendenti che però risulta senza una propria rete di riferimento come quella richiesta? L’Amministrazione Comunale può dare una mano a mettere in contatto i diversi soggetti?

Certamente possiamo mettere in contatto i soggetti interessati e omogenei, quando ne faranno richiesta, per permettergli di raggiungere una massa critica. Per questo primo lotto, da 300 appartamenti, abbiamo deciso di creare 10 lotti più piccoli da 30 unità immobiliari ciascuno in modo da agevolare la partecipazione.

 

Che ruolo possono giocare le imprese artigiane nell’ambito dei progetti di recupero degli immobili?

Il ruolo delle imprese è quello di sostenere il dipendente nelle spese di ristrutturazione dell’immobile o anche, semplicemente, fare da garante. Il costo della ristrutturazione sarà poi scontato dal canone d’affitto con l’obiettivo di garantire al lavoratore un contratto di locazione da 500 euro al mese per ogni appartamento.

 

Come immaginate lo sviluppo di questo prima esperienza? Resterà legata alle case di proprietà comunale o potrà diventare un modello che potrà estendersi a immobili di altri enti pubblici, privati o del terzo settore ad oggi dismessi o inutilizzati?

È un progetto sperimentale che può fare da apripista a Milano e in tante altre realtà lombarde e italiane. Contiamo che abbia successo e che possa essere replicabile in altri contesti. A Milano, tra MM e Aler, ci sono 10mila case sfitte. Rimetterle a disposizione dei lavoratori, mantenendo prezzi calmierati, sarebbe certamente un grande vantaggio per tutti.