Negli ultimi due anni le imprese lombarde, anche a seguito della grave crisi energetica che le ha colpite, si sono attrezzate con impianti di autoproduzione dell’energia. Rispetto al 2022 in tutti i settori è cresciuta la quota di imprese che dichiara di produrre energia per le proprie necessità. Le imprese industriali sono quelle che hanno investito maggiormente in impianti di autoproduzione, con la quota che sale dal 34% del 2022 all’attuale 54%. La quota di imprese artigiane che dichiara di avere impianti di produzione di energia è passata dal 14% del 2022 all’attuale 25%.

È quanto rivela il report Focus Energia di UnionCamere Lombardia relativo al 3° trimestre 2024.

L’autoproduzione avviene prevalentemente tramite lo sfruttamento dell’energia solare con impianti fotovoltaici o termici. Le imprese industriali diversificano l’autoproduzione con un minimo impiego anche della combustione di biomasse, di impianti geotermici e con produzione di biogas/biometano. Anche alcune imprese del commercio dichiarano di utilizzare impianti geotermici.

Delle imprese con impianti di autoproduzione di energia, la maggior parte copre parzialmente il proprio fabbisogno: dall’83,4% dei casi per gli artigiani fino al 96,5% nel commercio. Sono le imprese artigiane ad essere più autonome per il proprio fabbisogno energetico

  • l’8,3% degli intervistati che dichiara una copertura totale del loro fabbisogno con l’energia autoprodotta
  • è ancora dell’8,3% anche la quota di imprese artigiane che producono più energia del necessario, rivendendo quella in eccesso.

Anche l’incidenza del costo dell’energia sui costi totali delle aziende varia in base al comparto, passando da un massimo dell’11% per gli artigiani, al 6,5% per l’industria e al 6,4% per i servizi, fino al minimo del 5,5% per il commercio. Tranne che per il commercio, in tutti gli altri comparti l’incidenza del costo dell’energia sui costi totali è maggiore per le imprese di minor dimensione.

Tra le imprese che dichiarano un’incidenza del costo dell’energia sui costi totali superiore al 10% si trovano ben 7 settori artigiani Nell’ordine siderurgia, tessile, alimentare, pelli/calzature/, abbigliamento, produzioni varie. Se per l’artigianato è più una questione di dimensione, per l’industria è il settore di attività ad incidere sui costi.

 

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