Per i cantiere edili da 70 mila euro in su, per i committenti privati che non avranno ottenuto dalle imprese esecutrici, prima della fine dei lavori, la certificazione di «congruità della manodopera» per quello specifico cantiere, scattano infatti le sanzioni da mille a 5 mila euro. In tutti i cantieri pubblici la violazione può essere segnalata all’Anac anche per la valutazione del lavoro del responsabile del progetto.

 

L’obbligo di certificare la congruità della manodopera, ovvero l’incidenza del lavoro sul costo complessivo dell’opera, necessaria anche per beneficiare delle detrazioni fiscali, è già previsto sia per i cantieri pubblici che privati (a partire da 70 mila euro) fin dal 2021.

Fino a pochi giorni fa, però, non erano previste le sanzioni, introdotte con il decreto Pnrr pubblicato in Gazzetta il 30 aprile ha eliminato le soglie per i lavori pubblici e ridotto quelle per i lavori privati a 70 mila euro, più o meno il costo di una ristrutturazione edilizia.

 

Il costo del lavoro nei cantieri non può essere inferiore a determinate percentuali, stabilite dalla Commissione Nazionale paritetica per le Casse edili, ente costituito da imprese e sindacati firmatari del contratto di categoria.

 

Per la ristrutturazione di un edificio civile, ad esempio, la manodopera non può incidere meno del 22%. La certificazione è fornita online attraverso il portale della Commissione su richiesta delle imprese o dei professionisti che curano gli interventi (ma non ancora dai cittadini, il portale dovrà essere aggiornato), o alla Cassa edile competente per territorio. La certificazione va ottenuta a fine lavori prima dell’ultimo pagamento. Se l’impresa è inadempiente viene invitata dalla Cassa edile a regolarizzare il tutto entro 15 giorni, rischiando successive penalizzazioni.

 

ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO