In questo articolo abbiamo parlato del regime IVA e delle disposizioni contrattuali in merito alle prestazioni di pulizia, sanificazione e disinfezione.
Qui approfondiremo la natura delle prestazioni di pulizia, sanificazione, disinfezione e disinfestazione e delle modalità operative.
La necessità di garantire condizioni igieniche adeguate in tutti gli ambienti, domestici e lavorativi è ribadita nella maggior parte delle norme e circolari Ministeriali e Regionali. Il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” siglato il 14 marzo 2020, in tema di pulizia e sanificazione indica in modo specifico le misure di sicurezza anti-contagio da applicare.
Definizione termini
Ma molti sono i quesiti posti soprattutto per quanta riguarda l’interpretazione di alcuni termini quali la “sanificazione” o “disinfestazione”, di seguito li andremo a definire:
1) Detergere: detergere significa pulire la superficie di un corpo asportandone le impurità e le secrezioni. Viene spesso usato in riferimento all’igiene personale (detergere la pelle per asportare il trucco o detergere il sudore dalla fronte). Dal termine “detergere” deriva “detergente”, il composto utilizzato appunto per la detersione, come un latte detergente o una crema detergente. In pratica un detergente è il corrispettivo di “detersivo”, solo che se questo è utilizzato per le superfici dure, il detergente è più delicato, e viene utilizzato per la pulizia del corpo.
2) Igienizzare: il termine “igienizzare” significa rendere igienico, ovvero pulire una superficie o un oggetto eliminando i batteri e le sostanze nocive presenti con l’obiettivo di renderlo più igienico. Quando andiamo al supermercato ci capita di vedere prodotti igienizzanti. Sono composti di distruggere i microrganismi nocivi e di garantire l’igiene personale o degli ambienti. Attenzione però: la divisione spesso non è chiara, perché ci sono alcuni prodotti che seppur siano a tutti gli effetti dei disinfettanti presentano la scritta “igienizzanti”. Questo perché per essere definito “disinfettante”, un prodotto, prima di essere venduto, deve essere autorizzato dal Ministero della Salute, che lo definisce un presidio medico chirurgico. Questo implica la presentazione di una serie di documenti che non tutti possono permettersi. Ecco perché molti prodotti disinfettanti, vengono fatti passare come dei semplici igienizzanti.
3) Disinfettare: disinfettare significa igienizzare ma in modo più profondo, ovvero eliminando quasi il 99% dei batteri presenti su una superficie. Igienizzare elimina molti batteri, disinfettare li asporta quasi tutti. Se invece vogliamo ottenere una depurazione completa bisogna sterilizzare: con la sterilizzazione usata in campo medico si eliminano infatti il 100% dei batteri, per un’igiene completa e profonda. La sterilizzazione non è un’operazione di routine, ma viene effettuata solo da professionisti che hanno la necessità di utilizzare strumenti ed operare in ambienti perfettamente sterilizzati, privi di germi e batteri.
4) Sanificare: la sanificazione è il passo successivo (secondo o terzo in base alle definizioni) dopo la pulizia di un ambiente, che attraverso azioni meccaniche e prodotti detergenti prevede la rimozione dello sporco visibile ed evidente.
Suggerimenti operativi
Cosa si intende per sanificazione? Cosa significa?
Iniziamo dai tre gradini previsti dalla “scala” per rendere sicuri gli ambienti dal punto di vista igienico e sanitario: sul più basso c’è la comune pulizia, seguita dalla sanificazione, per arrivare infine alla disinfezione. Prima di sanificare un ambiente si parte dalla normale pulizia con acqua e sapone. Passare un comune detergente permette di rimuovere lo sporco visibile, come polvere, grasso e materiale organico.
Una definizione di sanificazione si trova nella circolare del 22 febbraio diffusa dal Ministero della Salute che indica le misure di igiene da prendere nei locali dove siano state presenti persone contagiate da coronavirus.
Passando ora ad esaminare il Protocollo di sicurezza che cita testualmente:
- “l’azienda assicura la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago”;
- nel caso di presenza di una persona con COVID-19 all’interno dei locali aziendali, si procede alla pulizia e sanificazione dei suddetti secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute nonché alla loro ventilazione.
La fase preventiva, quella di pulizia quotidiana, è quella di lavare i locali con acqua e con i comuni saponi. Per la decontaminazione il Ministero della Salute raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio diluito allo 0,1% (il che significa semplicemente candeggina). Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, viene suggerito l’utilizzo di etanolo (alcool etilico) al 70% dopo la pulizia con un detergente neutro.
Vanno sanificate con particolare attenzione tutte le superfici toccate di frequente, come muri, porte, maniglie, finestre. La biancheria, come le tende e altri materiali di tessuto, deve essere sottoposta a un lavaggio con sapone e acqua calda a 90 gradi. Se non è possibile a causa delle caratteristiche del tessuto, va aggiunto al ciclo di lavaggio candeggina o prodotti a base di ipoclorito di sodio.
Ricordiamo che deve essere garantito un buon ricambio dell’aria in tutti gli ambienti dove sono presenti postazioni di lavoro e personale. Negli edifici dotati di specifici impianti di Ventilazione Meccanica Controllata, questi devono mantenere attivi l’ingresso e l’estrazione dell’aria 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (possibilmente con un decremento dei tassi di ventilazione nelle ore notturne di non utilizzo dell’edifico). In questo periodo di emergenza per aumentare il livello di protezione, deve essere eliminata totalmente la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni (batteri, virus, ecc.) nell’aria. Maggiori informazioni: circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 Ministero della Salute.
Dichiarazione di sanificazione
Dichiarare la sanificazione significa sostanzialmente autocertificare di avere svolto la sanificazione secondo circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 de Ministero della Salute.
Chi puo certificare la sanificazione?
Non esiste una norma che definisce allo stato attuale quale azienda possa certificare il proprio servizio di pulizia . Non esiste certificazione comprovante la sanificazione, esistono aziende hanno ottenuto il riconoscimento della certificazione di conformità del proprio Sistema Qualità secondo
- requisiti di sistema, che delineano il sistema di qualità minimo per garantire il governo gestionale dell’azienda di servizi;
- requisiti generali di processo, finalizzati a garantire il governo dell’erogazione dei servizi;
- standard di controllo del risultato, specifici per elemento, finalizzati a garantire la qualità dei servizi forniti.
Ricordiamo che ad oggi l’attività di sanificazione è regolamentata e può essere svolta da aziende che hanno dimostrato il possesso di appositi requisiti professionali riconosciuti dalle Camere di Commercio di pertinenza.
Credito d’imposta
Il “Decreto Liquidità” contiene un ampliamento dell’ambito applicativo oggettivo del credito d’imposta per le spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro, introdotto dal c.d. “Decreto Cura Italia”. Maggiori informazioni qui.
Informazioni Upi Servizi
Maurizio Deiana – maurizio.deiana@upiservizi.it
Sandro Carta – sandro.carta@upiservizi.it
numero verde: 800-960409