Passaggio Generazionale: quello che i numeri non dicono

Il passaggio generazionale deve essere considerato un processo, di certo non è possibile pensare che tutto ciò accada in una notte o con la firma di una consegna formale. 
Più spesso invece diverse generazioni vivono in azienda, dovendo imparare ad avere una convivenza proficua e vantaggiosa.
Ognuno deve ricoprire un ruolo, bel descritto e identificato e sostenere gli altri nel proprio lavoro.

I numeri sono solo il punto di partenza

Nel mio lavoro ho la fortuna di confrontarmi con imprenditori le cui aziende sono fondamentali per
l’occupazione e il tessuto sociale del nostro Paese. Lo dicono i dati che raccontano la realtà delle
piccole e medie imprese in Italia:

  • Il 57% dei lavoratori è occupato in imprese tra 1 e 19 dipendenti, di questi il 46,6% in aziende tra
    1 e 10 dipendenti.
  • L’85% delle PMI sono imprese familiari e negli ultimi anni il passaggio generazionale è un
    aspetto con cui ci si confronta quotidianamente in questo perimetro.
  • Dal 2007 il numero di aziende coinvolte in un passaggio generazionale è 3400, dato che è
    destinato a salire, visto che un quarto delle attuali aziende imprenditoriali ha un leader che ha più
    di 70 anni.

Qual è il rischio del passaggio generazionale

E se continuiamo a leggere i dati, ora arriva una nota dolente: solo il 25% delle imprese
sopravvive alla seconda generazione, mentre solo il 15% sopravvive alla terza.

Accompagnare questo passaggio in un modo fluido, considerando tutti gli aspetti di questo
processo è uno dei modi per essere più sicuri di avere un passaggio generazionale di
successo.

Spesso quando si parla di passaggio generazionale si pensa ai numeri, alla spartizione delle
quote, all’assetto societario, alla riparazione dei ruoli di uguale peso tra i fratelli o i cugini. Tutto
importantissimo e fondamentale nell’evoluzione dell’azienda.

Ma quando si vanno a cercare le motivazioni di perché il 75% delle aziende non sopravvive alla
seconda generazione si scopre che non tutto è riconducibile ai numeri.

Salvaguardare molteplici aspetti

Per esempio, salvaguardare il valore della famiglia, sia nel nome che nella presenza in azienda
è molto importante e un chiaro fattore di successo solo se la seconda generazione possiede
competenze imprenditoriali quali la capacità di leggere la complessità del sistema, rispondere
alle nuove sfide del mercato, introdurre innovazione in azienda, rendere la propria azienda
attraente per i giovani talenti.

Il passaggio generazionale deve quindi essere considerato un processo, di certo non è possibile
pensare che tutto ciò accada in una notte o con la firma di una consegna formale. Più spesso
invece diverse generazioni vivono in azienda, dovendo imparare ad avere una convivenza proficua
e vantaggiosa. Ognuno deve ricoprire un ruolo, bel descritto e identificato e sostenere gli altri nel
proprio lavoro.

Le generazioni che convivono

Mi viene in mente Marco, che fa l’imbianchino nella sua impresa familiare e che si lamenta del
padre, ancora in azienda a lavorare e ancora socio. Il calendario delle commesse viene gestito da
Marco, ma i clienti sono ancora abituati a chiamare il padre, generando così confusione tra gli
appuntamenti.

La sfida è aiutare Marco a farsi riconoscere dai clienti e il padre a lasciare il testimone al
figlio, trovando un ruolo nell’impresa dove potere sostenere il figlio senza sostituirsi a lui. E intanto
pensare alla nuova vita che lo aspetta, i ritmi diversi, la possibilità di fare il nonno per più tempo,
coltivare le passioni e viaggiare con la moglie.

E quando i figli non ci stanno?

Con Andrea stiamo affrontando un percorso diverso. I suoi figli non hanno manifestato interesse
per l’azienda e lui si è messo nella prospettiva della vendita. Andrea è giovane, ma sa che
pianificare le azioni per rendere la sua azienda appetibile al mercato richiede tempo ed
energia.
Abbiamo così iniziato con la stesura dell’organigramma aziendale per mettere ordine nei ruoli e
nella sua struttura di 15 persone, abbiamo introdotto un sistema di valutazione che premia chi
lavora meglio e si impegna per concorrere al successo dell’impresa. Ora ha deciso di farsi
affiancare da un manager di spessore con cui potersi confrontare e affidargli tutte le attività di
gestione, per potere tornare a fare l’imprenditore a tempo pieno e pensare allo sviluppo della sua
impresa.
Il vantaggio subito tangibile è una maggiore responsabilizzazione delle persone e un
riconoscimento da parte del mercato come un’azienda più strutturata.
E Andrea ha ripreso il suo tempo, si sta dedicando a ciò che preferisce, visitare i clienti
importanti, studiare nuovi macchinari e nuovi prodotti, frequentare gli altri imprenditori per
confrontarsi sulle problematiche attuali e pensare al futuro.

Ogni storia è una storia nuova

Ci sono molte altre storie da raccontare, tutte con lo stesso denominatore ma tutte diverse, perché
ogni famiglia è diversa come lo è ogni impresa. E ancora diverse sono le relazioni tra famiglia e
impresa.

Questo mondo affascinante e ricco sta diventando sempre di più il mio mondo, cui sono grata per
le belle esperienze, le forti emozioni e le relazioni di fiducia che abbiamo instaurano.

E la mia soddisfazione più grande è poter portare valore per disegnare e costruire insieme il
futuro della famiglia e dell’impresa.

 

Per maggiori informazioni ed assistenza: Area Sviluppo & Innovazione, 02.8375941

 

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