11 piccoli artigiani si espandono in Corea. Una storia di successo. Una buona prassi da imitare

Ancora una storia di imprese mutanti, le
chiamiamo x-companies. 11 piccole x-companies, sparse in tutta Italia, che non
si fanno imprigionare da modelli mentali e abitudini obsolete. Decidono di
aggregarsi per affrontare il mercato Coreano nel settore accessorio moda e ci
riescono con successo. 
Com’è possibile che 11 PMI, con fatturati da 200mila a
2mln di euro, decidano di impegnarsi in un 
progetto del genere? Il merito è anche di una dodicesima x-company, una
PMI della consulenza, Crossbridge, che si è prestata a fare da “cane da pastore”:
ha radunato il gregge, ha studiato dove portarlo al pascolo, ha esplorato il
futuro pascolo per accertarsi che ci fosse nutrimento e scarsi pericoli e ha
guidato le 11 imprese verso il futuro.

Già si sente qualcuno che dice “sì facile,
con tutti i consulenti che si presentano alla porta promettendo vendite
mirabolanti all’estero, poi alla fine scopri che incassato il fisso rimani
senza ordini né clienti, ma solo con gli innumerevoli preventivi non andati a
buon fine e una marea di slide inutili! Come faccio a fidarmi? E soprattutto se
devo andare in Corea chi manda avanti la bottega qui?
La ricetta Crossbridge contiene alcuni
ingredienti poco usuali: fisso esiguo e molto sul risultato ottenuto; l’impresa
può decidere di rinunciare all’attività in ogni momento, la maggior parte delle
attività all’estero le fanno loro, in modo che l’artigiano può rimanere a casa
a curare bottega.
Ma come si è svolto il progetto Corea per
le 11 x-companies?
  1. la scelta,
    tutte imprese del settore fashion e luxury Made in Italy, ma in modo che
    non  si facessero concorrenza
    (cinture, foulard, calze, borse, cappelli, etc.)
  2. uno studio di
    settore, per delineare i caratteri distintivi e le opportunità del mercato
    coreano
  3. la pre-visita
    di Crossbridge a Seoul per visionare direttamente i prodotti e le
    dinamiche del mercato
  4. il supporto
    alle imprese italiane per la preparazione delle collezione
  5. il supporto in
    tutte le fasi riguardanti la logistica e la comunicazione
  6. numerose
    attività di comunicazione presso le principali fiere di settore e con le
    testate giornalistiche
  7. un sito
    internet semplice, immediato e ricco di immagini, fatto su misura per il
    mercato coreano
  8. uno showroom
    nel centro della moda di Seuol dove sono state presentare le collezioni e
    sono stati incontrati i principali operatori di settore. Lo showroom è
    stato aperto per un intero mese e presidiato da specialisti che hanno
    gestito l’attività commerciale.
Altro? Sì, le 11 aziende hanno deciso di
sviluppare per i clienti coreani una produzione di private label Made In Italy
personalizzata. I clienti esteri sono stati gestiti da personale specializzato
nell’attività commerciale, che hanno anche assistito i clienti locali nel
processo di sviluppo del prodotto. Tutto in modo da permettere al cliente
coreano di: scoprire il meglio del Made In Italy, sviluppare collezioni
personalizzate, acquisire prodotti a prezzi competitivi, pianificare un
processo di acquisto regolare, acquistare prodotti in valuta locale.
I risultati non si sono certo fatti
attendere. Più di 100 operatori interessati e validati, più di 50 incontri
presso lo showroom, raccolti 250.000 € euro di ordini tra campionature e
collezioni.
Conclusioni? Fare rete, aggregarsi, è
importante. È evidente che essere in tanti ha permesso di avere successo,
nessuna delle 11 aziende da sola avrebbe potuto avere successo, non tanto per i
costi ma per il fatto che i buyer a cui si sono rivolti non hanno tempo di
incontrare aziende mono prodotto, per quanto favoloso sia, cercano un pacchetto,
un insieme di prodotti.
Noi pensiamo e crediamo che sia una buona
prassi da imitare. Per questa ragione anticipiamo due campagne “AAA cercasi
x-companies interessate a costituire gruppi che sfondino in altri mercati” di :
  1. Complementi
    arredo per India, Russia, Cina,
  2. Accessorio
    moda per la Corea e gli altri mercati emergenti.
Altro da dire? Sì, nei prossimi anni ci
sarà una significativa evoluzione degli aspetti chiave del settore del lusso e
arrendo a livello globale. Meglio essere pronti a questi cambiamenti e rivedere per tempo  le proprie strategie alla luce dei nuovi
scenari di mercato.
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