Aumento del 50 per cento delle indennità per i licenziamenti senza giusta causa e stretta sui contratti a termine, che non potranno durare più di due anni e comunque dovranno essere giustificati dopo i primi 12 mesi, con le regole che vengono estese anche agli interinali.
Sono alcune delle misure contenute nel Decreto Dignità, approvato dal Consiglio dei ministri ieri sera, lunedì 2 luglio.
Si tratta del primo provvedimento di peso del governo Conte. Un pacchetto a cui per la verità non sono mancate critiche diffuse nel mondo produttivo, artigiano e industriale.
Nel testo previsti anche un pacchetto fisco “light” e l’inasprimento anti-delocalizzazioni, con multe salate per chi se ne va entro 5 anni che non dovrebbe valere però per gli investimenti già fatti. Mentre salta come annunciato l’abolizione dello staff leasing. Scatta anche il bando alla pubblicità di giochi e scommesse per contrastare il gioco d’azzardo patologico, con qualche piccola deroga.
Ecco alcune delle principali novità deliberate dall’Esecutivo:
FINO A 3 ANNI DI INDENNITA’ PER I LICENZIAMENTI: aumenta il valore dell’indennità per i lavoratori licenziati “ingiustamente”, passando da massimo 24 mesi a massimo 36 mesi.
CONTRATTI A TERMINE PER MASSIMO 24 MESI, TETTO 4 PROROGHE: il limite massimo si riduce da 36 a 24 mesi e ogni rinnovo a partire dal secondo avrà un costo contributivo crescente dello 0,5%. Ridotte da 5 a 4 le possibili proroghe.
TORNANO LE CAUSALI, ANCHE PER RINNOVO INTERINALI: per i contratti più lunghi di 12 mesi o dal primo rinnovo in poi arrivano tre categorie di causali, esigenze temporanee e oggettive, connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, o relative a picchi di attività stagionali. Le nuove regole valgono anche per i contratti a tempo determinato in somministrazione (non vengono cancellati, come previsto dalle prime bozze, quelli in somministrazione a tempo indeterminato).Salta invece il conteggio di questa ultima tipologia nei limiti del 20% previsto per contingentare le assunzioni a termine.
A CHI DELOCALIZZA MULTE DA 2 A 4 VOLTE I BENEFICI: alle aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi 5 anni dalla fine degli investimenti agevolati arriveranno sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto. Anche il beneficio andrà restituito con interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. In arrivo un meccanismo di ‘recapture’ per l’iperammortamento in caso di delocalizzazione o cessione degli investimenti.
TUTELA OCCUPAZIONE CON AIUTI DI STATO: nel caso la concessione di aiuti di Stato preveda una valutazione dell’impatto occupazionale, i benefici vengono revocati in tutto o in parte a chi taglia nei successivi 5 anni i posti di lavoro.
STOP PUBBLICITA’ GIOCHI, ‘SALVA’ LOTTERIA ITALIA: si prevede lo stop totale agli spot sul gioco d’azzardo, che dal 2019 scatterà anche per le sponsorizzazioni e “tutte le forme di comunicazione” comprese “citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli”. A chi non rispetta il divieto arriverà una sanzione del 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità” comunque di “importo minimo di 50.000 euro”. Gli incassi andranno al fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Restano le sanzioni da 100mila a 500mila euro per chi viola il divieto durante spettacoli dedicati ai minori. Salve dallo stop le lotterie a estrazione differita, come la Lotteria Italia, e i contratti in essere.
INTERVENTI LIGHT SU SPESOMETRO, REDDITOMETRO E SPLIT PAYMENT: nella sua ultima versione il pacchetto fisco prevede una revisione del redditometro e l’abolizione del trattenimento diretto dell’Iva da parte dello Stato nei rapporti con i soli professionisti. Per lo spesometro invece si profila un rinvio della scadenza per l’invio dei dati del terzo trimestre a febbraio 2019, insieme quindi all’invio dei dati del quarto trimestre.
Per maggiori informazioni ed assistenza completa: Ufficio Fiscale & Tributario, Ufficio Sindacale & Lavoro 02/8375941.