Chiamarsi Giuseppe e fare l’artigiano. Per 2187 persone tra Milano e la Brianza oggi 19 marzo, è una doppia festa o addirittura tripla se sono anche padri di famiglia. E per 117 di questi che sono pure falegnami, ebanisti o carpentieri la giornata di San Giuseppe, patrono degli artigiani, assume un significato ancora più unico. Anzi, secondo un vecchio adagio, “chi si chiama Giuseppe e fa il falegname, è artigiano due volte”.

Secondo i dati del Registro Imprese, rielaborati da Unione Artigiani, i “Giuseppe” di mestiere artigiano sono 501 nella città di Milano (13 falegnami), 1094 nell’area metropolitana (48 quelli impegnati nel legno e arredo) e 592 tra Monza e Brianza con 56 “legnamè” battezzati col nome del Santo.

Esaminando i dati dal punto di vista anagrafico e temporale si nota che il nome Giuseppe è particolarmente diffuso tra gli artigiani boomer, nati negli anni ’60 e fino ai primi ’70. Tra i più giovani è una rarità.

“La giornata di San Giuseppe era particolarmente sentita dai nostri associati fino a pochi anni fa – ricorda Marco Accornero, Segretario Generale di Unione Artigiani – e rappresentava un momento atteso di scambi di auguri e preghiera. Cerchiamo di tenere viva la tradizione ma nei fatti è diventata una giornata come un’altra. Nelle sempre più rare botteghe di famiglia si dedica al massimo un pensiero ai genitori e nonni fondatori. Avevamo proposto di dedicare il 19 marzo all’artigianato italiano ma l’idea è stata assorbita nella giornata nazionale del Made in Italy che da quest’anno sarà celebrata ogni 15 aprile nel giorno dell’anniversario della nascita di Leonardo da Vinci avvenuta nel 1452.

Sarà comunque una straordinaria occasione dedicata ad ispirare le giovani generazioni anche sui valori, la bellezza e le potenzialità dell’artigianato italiano.”

Qualche curiosità.

A Milano, nella giornata di San Giuseppe per tradizione viene celebrata una Messa dedicata ai giovani studenti dei Centri di Formazione Professionale di matrice cattolica (quest’anno non si terrà per altri impegni diocesani concomitanti).

Pochi, inoltre, sanno che san Giuseppe si festeggia due volte. Per tradizione, appunto, il 19 marzo, ma dal 1955 per volere di Papa Pio XII, è stata istituita la celebrazione di S. Giuseppe artigiano anche il 1°maggio, nel giorno della festa dei lavoratori.

Il 19 marzo, dal 1977, è una festività soppressa sostituta da ore di permesso retribuito.

Per la Chiesa vi è un altro patrono di fabbri e falegnami: è san Servazio, ricordato il 13 maggio.

Al Giubileo degli Artigiani il 19 marzo del 2000 Papa Giovanni Paolo II disse: “A lui (San Giuseppe) voi guardate come ad esempio di laboriosità e di onestà nel lavoro quotidiano”.