Sono positivi anche per l’artigianato (+0,7%) i dati dell’ultimo trimestre 2023 (vedi report). Nonostante i rischi geopolitici che minacciano il flusso degli scambi commerciali internazionali, il perdurare della crisi industriale tedesca e agli alti tassi d’interesse, l’intero comparto manifatturiero lombardo continua a rispondere con performance interessanti.
MIGLIORA LA FIDUCIA – Grazie ai risultati di fine anno, il 2023 dunque può essere considerato un anno in positivo con una media annua in aumento rispetto al precedente, sia per l’industria (+0,2%) che per l’artigianato (+1,8%). Migliora anche il clima di fiducia caratterizzato però da incertezza, evidenziata dall’aumento delle quote di imprenditori che non si aspettano variazioni di rilievo per produzione, fatturato e ordini.
I SETTORI – Tra i settori più performanti nel 2023 quello dell’abbigliamento (+5,5% la media annua) i mezzi di trasporto (+5,4%), l’alimentare (+2,2%), la meccanica (+1,3%) e il pelli-calzature (+0,7%). Praticamente stazionari il legno-mobilio (+0,1%) e i minerali non metalliferi (-0,1%) legati perlopiù all’edilizia. In difficoltà invece il settore tessile -7,1%, la siderurgia (-4,8%), la carta-stampa (-3,0%), la gomma-plastica (-2,6%) e, meno intensamente, la chimica (-1,3%).
Si attenua la dinamica rialzista relativa ai prezzi, sia per le materie prime che per i prodotti finiti, ma ancora non cedono terreno. Grazie a flussi di ordini che non si sono interrotti, le giornate di produzione assicurata dal portafoglio restano ai massimi livelli.
E PER IL FUTURO? – Si auspica un rapido abbassamento dei tassi di interesse e una conferma del sostegno europeo alle realtà produttive, riprogrammando le scadenze delle politiche ambientali considerate più impegnative dal sistema economico. Ad andare meglio, come riportato nel rapporto, sono le imprese artigiane più strutturate oltre i 10 dipendenti, sempre capaci di adattarsi ai più diversi scenari. L’incertezza sullo scacchiere mondiale spinge però le imprese a rallentare gli investimenti e mette in crisi le catene della forniture e dell’energia, con il rischio di contraccolpi sui costi.