Emergenza Coronavirus – Istanze taxi Osservazioni e richieste urgenti.

Le Associazioni di categoria, rappresentanze sindacali e radiotaxi.

CLAAI Pietro Gagliardi

UTI (Unione Tassisti d’Italia), UNIMPRESA Mobilità, SILT, SATAM, TAM

All’Illust.mmo sig Presidente del Consiglio
All’Illust.mmo sig Ministro dei Trasporto
All’Illust.mmo Sig. Ministro delle Economia e delle Finanze

All’Illust.mmo Sig. Ministro delle Sviluppo Economico

All’Illust.mmo Sig: Ministro del Lavoro
LORO SEDI

 

Premessa

Il nostro Paese e il Mondo intero sta fronteggiando una situazione senza precedenti.

In pochi giorni abbiamo conosciuto l’angoscia di vedere affiancati, i rischi e gli effetti immediati per la salute delle persone, con i rischi di una prospettiva incerta, non nei prossimi anni, come pure ci eravamo abituati a vivere, ma addirittura nei prossimi mesi.

Per questo il nostro impegno, anche in questa sede, è rivolto alla tutela di micro e piccole imprese, che costituiscono, in generale, l’ossatura portante non soltanto della nostra economia, ma anche – e soprattutto – della nostra società.

In questo senso, le Imprese che rappresentiamo, richiamate al proprio senso di responsabilità dalle preziose parole del Capo dello Stato, intendono muoversi e agire in un contesto orientato al massimo rispetto delle disposizioni diramate dalle autorità competenti, nell’intento di fornire ogni utile supporto per il recupero della “normalità”.

Noi possiamo contribuire, assieme agli altri settori, ad interrompere la spirale di incertezza e paura, cercare di contrastare i comportamenti irrazionali, provare ad essere ottimisti e guardare oltre, convinti della capacità di tutto il Paese di fare squadra di fronte alla calamità. Siamo capaci di farlo e ne abbiamo dato prova in molte occasioni, anche se questa volta ci appare tutto diverso.

Per questo noi riterremo giusti “per definizione”, in questa fase, i provvedimenti che il Governo e tutte le Istituzioni hanno preso e prenderanno, assumendoci la responsabilità, di fornire ogni utile elemento di conoscenza reale della situazione e le nostre proposte di miglioramento.

Il senso delle politiche messe in campo in queste ore è quello di limitare i danni immediati alla struttura produttiva, ma occorre anche elaborare una visione di più lungo respiro, operando su almeno tre diversi livelli di intervento:

  1. Continuare il contenimento della diffusione dell’epidemia e degli impatti diretti sui cittadini e sul sistema sanitario, contemperato e proporzionato alle esigenze di sicurezza e salvaguardia delle attività economiche;
  1. Contenere i danni immediati, non sottraendo i flussi di liquidità necessari ad evitare il blocco delle attività e la possibile chiusura;
  2. Prevedere misure generali volte a superare i fattori di debolezza del nostro sistema, infrastrutturale e amministrativo, peraltro già ampiamente presenti prima dell’emergenza, che consentano di recuperare il più rapidamente possibile condizioni di stabilità e sviluppo.

 

Il Settore del Turismo allargato

L’impatto del Corona Virus sul turismo italiano si è avviato già dal mese di gennaio e tantissime strutture ricettive, guide turistiche, tour operator, trasporti viaggiatori, agenzie di viaggio, Enti Fiera e organizzatori di Congressi/Eventi hanno subito ripercussioni per le quali non si intravede nel breve medio periodo un recupero di attività. A questi devono essere aggiunti tutti i settori collegati del commercio, dei pubblici esercizi, culturali e ricreativi e dei servizi alla persona e di prossimità.

Certamente opportuni sono stati i primi provvedimenti adottati, ma appare ora evidente che la brusca frenata richiederà ulteriori e più incisivi interventi che non potranno limitarsi alla breve sospensione dei versamenti fiscali, contributivi e delle utenze, oltre all’estensione degli ammortizzatori sociali (non del tutto usufruibili nel settore) e di sostegno al reddito, ma sarà invece necessario intervenire sulle problematiche legate ai fabbisogni di liquidità immediata e su un sistema di indennizzi legati al blocco delle attività, sulla base degli interventi già adottati in occasione del crollo del ponte Morandi di Genova.

 

Il Settore del Trasporto persone

I nostri territori ci segnalano un impatto economico drammatico nel settore trasporto persone sull’intero territorio nazionale, con una riduzione di oltre l’90% delle commesse e talvolta del 100%, anche nelle principali città italiane.

L’annullamento o lo slittamento degli eventi e delle manifestazioni e le previsioni per la stagione turistica fanno prevedere questo dato come strutturale per i prossimi mesi.

Sono fermi tutti i trasporti e ogni forma di mobilità, un danno certo e non recuperabile. In queste condizioni l’emergenza rappresenta un danno del 100% per l’imprese, in presenza tra l’altro di costi fissi non comprimibili.

Negli altri comparti del trasporto a mezzo bus turistici, legati al turismo business, agli eventi, all’incoming turistico, alle gite, registrano disdette che arrivano fino alla fine del prossimo mese di aprile, se non oltre e le imprese stanno perdendo anche tutte le prenotazioni per il periodo delle ferie estive. Il danno è certo e non recuperabile.

Le nostre sono piccole imprese, che si trovano in grave difficoltà anche con la gestione del personale dipendente degli organismi economici di cui all’art. 7, comma 1 l. 21/92, con le rate dei mutui e dei leasing da pagare per l’acquisto dei mezzi, per il pagamento delle scadenze fiscali e contributive, per la sussistenza stessa delle famiglie dei titolari, che vivono del solo lavoro nell’impresa.

 

Richieste specifiche del Trasporto Pubblico non di linea di Persone.

Andrebbe prevista, anche in prima battuta, una riduzione generalizzata del carico fiscale, gravante sul settore. In particolare queste sono le aree prioritarie sulle quali sarebbe opportuno intervenire:

  1. I versamenti dei saldi delle imposte per il 2019 (a titolo non esaustivo si fa riferimento a Irpef, addizionali comunali e regionali, IRES, IRAP e imposte sostitutive) andrebbero posticipati alla scadenza prevista per il versamento del saldo per il 2020 (ipoteticamente giugno 2021). Gli acconti per il periodo d’imposta 2020 non andrebbero corrisposti tra giugno e novembre 2020, consentendo alle imprese, appunto in via eccezionale per l’anno in questione, di corrispondere eventuali imposte a debito esclusivamente a saldo, in scadenza ipoteticamente a giugno 2021. Vista, dunque, la probabile consistenza delle somme da versare nel 2021 per i due anni d’imposta precedenti, sarebbe anche opportuno prevedere un meccanismo di rateazione dei medesimi importi.
  2. Sarebbe necessario rendere figurativi i contributi INPS per l’anno 2020. Si tratta di interventi già assunti in passato per altre categorie (giornalisti, esercito, forze dell’ordine, lavoratori esposti amianto, legge 104, CIG, ecc.);
  3. Per l’anno d’imposta 2020, sarebbe opportuno escludere dalle liste selettive di contribuenti assoggettabili a controllo, in seguito alle risultanze del calcolo degli I.S.A., le imprese ricadenti nei seguenti codici ATECO 493210/493220/503000/493901/493909/493100/522190/829999
  4. Al fine di garantire alle imprese il mantenimento degli indici di affidabilità bancaria altrimenti compromessi e che di fatto metterebbero le imprese fuori dal mercato, va prevista una moratoria, di almeno un anno, sul pagamento delle rate, relativamente a mutui e leasing in corso, inoltre, sarebbe necessario un rafforzamento delle linee di credito verso le imprese da parte degli istituti di credito, agevolato da interventi pubblici di accompagnamento, come l’accesso agevolato alla garanzia pubblica del Fondo Centrale di Garanzia e l’aumento della intensità dell’aiuto;
  5. Un provvedimento in grado di dare un minimo di liquidità alle imprese, da erogare, una tantum, nell’esercizio 2020, come sostegno al reddito d’impresa e consistente, in un credito di imposta pari a 6000,00 (seimila/00) euro, utilizzabile nei due esercizi successivi con il meccanismo della compensazione, per il pagamento, di imposte, tasse e contributi previdenziali.
  1. Al fine di sostenere le imprese operanti nel settore degli autoservizi pubblici non di linea di cui, all’art.7 della legge 15 gennaio 1992 n. 21 comma 1 lett. a),b),c),d), al D.lgs 19 novembre 1997 n.422, alla legge 11 agosto 2003 n.218,e al D.lgs 21 novembre 2005, n.285, fortemente colpito dallo stato emergenziale in corso, andrebbe riconosciuto un contributo, una-tantum e a fondo perduto in conto capitale, per l’anno in corso, pari al 25% del fatturato dichiarato nell’ultimo bilancio depositato e o nell’ultima dichiarazione dei redditi presentata. Analogamente andrebbe riconosciuto alle imprese neocostituite, alla data di entrata in vigore del presente DL, un contributo pari al 25% del fatturato presunto, ai fini degli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA).
  1. Al fine di superare la crisi economica ma soprattutto il non più differibile rilancio del comparto del trasporto pubblico non di linea, è riconosciuto un contributo una tantum per ogni titolare di licenza taxi, di un’indennità mensile di euro 600, per l’annualità 2020 e primo semestre 2021, da utilizzare in conto impianto per l’acquisto di tecnologia specifica al settore e beni strumentali, con particolare attenzione che gli investimenti devono essere orientati all’abbattimento dei carichi inquinanti e riduzione delle emissioni in atmosfera.
  2. Garantire la fornitura di DPI in modo continuo e non episodico e rendere strutturale il credito di imposta per i costi di sanificazione dei veicoli, Integrare, in virtù delle necessità ulteriormente emerse, con l’ausilio del Comitato Tecnico Scientifico, istituito dal Governo, di concerto con il Ministro della Salute, le linee guida per la sicurezza già emanate dal MIT il 23 marzo u.s.;
  3. Rendere credibile il fondo per il contributo per l’acquisto e installazione dei divisori di protezione e individuare, da parte del MIT, un protocollo di sicurezza, per l’intero territorio nazionale, per la loro installazione e i materiali utilizzati.
  4. Rendere maggiormente fruibili anche per i titolari i provvedimenti di sostegno al reddito e a garanzia dell’occupazione, previsti da istituti come il FISBA e prevedere l’istituzione di un fondo dedicato al sostegno del reddito, presso l’INPS, senza aggravio di costi e oneri previdenziali aggiuntivi per le imprese.

Se non trovassero ascolto le richieste sopra specificate ci troveremo tra un anno, oltre al danno di dover chiudere le imprese, anche la beffa, ad imprese chiuse, di dover pagare quanto dovuto – a qualsiasi titolo – nel 2020 senza averne la possibilità, in quanto privi della risorsa fondamentale: il lavoro.

 

Le Associazioni di categoria, rappresentanze sindacali e radiotaxi.

CLAAI Pietro Gagliardi

UTI (Unione Tassisti d’Italia), UNIMPRESA Mobilità, SILT, SATAM, TAM


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