Famiglie e piccoli imprenditori in difficoltà, come uscire dalla crisi?

Legge sul Sovraindebitamento.
Sovraindebitamento, che permette di ridurre i debiti, anche fiscali, in base alle proprie capacità economiche.

Secondo l’Avv. Pasquale Lacalandra: “Un aiuto concreto arriva dalla legge sul Sovraindebitamento (L. 3/2012) che ha introdotto nell’ordinamento giuridico italiano la possibilità di instaurare una procedura con la quale consumatori, ma anche piccoli imprenditori, possono proporre la ristrutturazione dei debiti (anche fiscali) ottenendo, qualora vi siano le condizioni, la riduzione dell’importo dovuto in base alle proprie capacità economiche. Si tratta di una procedura che tutela non solo il debitore, che riacquista così un ruolo attivo nell’economia, ma che risulta vantaggioso anche per il creditore, poiché, senza la ristrutturazione del debito, correrebbe il rischio di perdere totalmente ogni possibilità di recupero.”

 

La disciplina dei procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento è stata introdotta dalla legge n. 3 del 27/01/2012 per quei soggetti che, secondo quanto previsto dall’art. 1 della legge fallimentare, non possono essere sottoposti alle procedure concorsuali. L’obiettivo di queste procedure è di risolvere lo stato di crisi contemperando gli interessi del debitore e del creditore.

Il sovraindebitamento è definito dalla legge come la “situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà ad adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità ad adempierle regolarmente” (Art. 1 l. 3/2012). il sovraindebitamento si sostanzia quindi nella difficile condizione di coloro che non riescono a ripagare i propri debiti con le risorse economiche a loro disposizione.

La legge prevede tre procedure distinte per risolvere i problemi legati al sovraindebitamento, a seconda della tipologia di soggetti che vi accedono e delle relative problematiche:

  1. piano del consumatore, dedicato a tutti quei soggetti definiti “consumatori” dall’art. 6 comma 2 L. n. 3/2012, ovvero “colui che ha contratto debiti esclusivamente per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta”. Il piano viene sottoposto al vaglio del Giudice, il quale se sussistono i presupposti di legge, lo omologa.
  2. accordo di ristrutturazione del debito, previsto per tutti gli altri tipi di soggetti, ovvero professionisti, imprenditori, aziende agricole, start up, società, associazioni e in generale per tutti coloro che hanno partita iva e/o sono organizzati in forma di società. A differenza del piano del consumatore, questa procedura prevede la necessità che la proposta sia votata direttamente dai creditori e che si raggiunga il consenso di almeno il 60% dei crediti.
  3. liquidazione del patrimonio del debitore, prevista nel caso in cui il piano o l’accordo proposto non siano fattibili e prevede la vendita dei beni di proprietà (in tutto o in parte). Se al termine della procedura (durata 4 anni) saranno stati soddisfatti almeno in parte i creditori ed il debitore avrà tenuto un comportamento corretto e cooperato al buon andamento della procedura, si potrà richiedere al Tribunale l’esdebitazione, ossia la liberazione dai debiti impagati.

 

La finalità principale della l.3/2012 è di dare la possibilità ai piccoli imprenditori e ai consumatori di riacquistare un ruolo attivo nell’economia, senza restare schiacciati dal carico dell’indebitamento preesistente.

Ad oggi sono tanti i casi risolti positivamente grazie alle legge sul Sovraindebitamento. Il Tribunale di Como ha decretato la riduzione di un debito fiscale da circa 1,4 mln a 350 mila euro in favore di una imprenditrice e la riduzione di un debito da 509 mila a 54 mila in favore di un lavoratore dipendente. Il Tribunale di Busto Arsizio (VA) ha invece ridotto una cartella esattoriale Equitalia da 86mila euro a 11mila euro (-87%) mentre il Tribunale di Monza ha ridotto il debito da oltre 150mila a 52mila euro (-65%).

 

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